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L’ennesima proroga, votata con il benestare dei medici di famiglia (FIMMG) e della federazione degli ordini dei farmacisti italiani (FOFI) permetterà ancora l’utilizzo di mezzi non sicuri, come mail, sms o addirittura messaggi Whatsapp per la trasmissione dei dati sensibili contenuti nelle prescrizioni mediche dematerializzate, meglio note come ricette elettroniche.

Il problema, di cui abbiamo parlato diffusamente qui, nasce dalla necessità di prolungare un’eccezione che era nata, in tempi di pandemia, per evitare gli spostamenti non necessari dei pazienti dai medici alle farmacie.

Oggi, per fortuna, l’emergenza è ormai rientrata ma la proroga, già oggetto di numerose critiche da parte di chi si occupa di privacy, viene rinnovata di anno in anno senza alcun motivo valido, se non una presunta facilità di comunicazione che, come sappiamo, ha però un prezzo salatissimo da pagare in termini di sicurezza dei dati trasmessi.

Esistono già mezzi che possono semplificare questo passaggio di comunicazioni nel pieno rispetto delle normative vigenti (come Prenota Farmaci ad esempio) ma, in ogni caso, utilizzare sms o whatsapp resta quanto di più inopportuno possibile, considerato il tenore delle informazioni trasmesse.

L’auspicio è che chi di dovere prenda le dovute conseguenze e riporti il sistema nei giusti binari di correttezza e legalità.

 

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